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Ancora sul riarmo

30/06/2025

Gli argomenti contro il riarmo sono i seguenti:

1)    Non esiste un pericolo reale di attacco ai paesi dell’Unione Europea e Nato di tipo militare da parte della Russia

2)    L’aumento della spesa per il riarmo è inattuabile con un improponibile peggioramento del bilancio e del debito pubblico, quindi, questo comporterebbe necessariamente un aumento di tasse e/o una diminuzione di spesa a danno dei servizi per i cittadini.


Gli argomenti a favore sono:

1)    Esiste un effettivo pericolo di invasione (perlomeno parziarie) di paesi europei

2)    In un periodo di crisi da domanda un aumento di spesa per la difesa sarebbe benefico per l’economia europea grazie a processi moltiplicativi su altri settori e sull’occupazione.


Direi che il primo punto sembra dirimente, un sì o un no alla questione sul pericolo invasione russa decide tutto. 

Su questo tema aggiungerei un altro punto a favore del riarmo: il riarmo sarebbe indispensabile anche nel caso in cui si progettasse e si auspicasse un Mondo nel quale il declino politico ed economico dell’Occidente sia affrontato principalmente attraverso la forza militare (m vista la difficoltà attuale di mantenere il dominio economico e politico e il tenore di vita dei paesi dell’Occidente. È ovvio che è molto più facile convincere l’opinione pubblica alla necessità del riarmo sostenendo che ci vogliono attaccare, rispetto a dire: vogliamo scatenare un conflitto noi!

Sarebbe certamente possibile affrontare il declino dell’Occidente attraverso un’altra via: quella dello sviluppo del welfare, di misure volte a combattere la disuguaglianza e di investimenti in salute e istruzione. Sono invece propenso a pensare che la necessità di affrontare il declino con la forza militare (come minaccia e/o con azioni di conflitto) sia la vera opzione in gioco. A mio avviso la strada pacifica si scontra in modo conflittuale e insostenibile con la fame indispensabile di profitti e rendimenti del settore produttivo dominante, quello della finanza.
Questo settore, che ha ormai fagocitato praticamente tutto il settore produttivo industriale e agricolo, vede come indispensabile il continuo allargamento nel settore dei servizi alla popolazione: previdenza, assicurazioni, istruzione e sanità, sostituendosi a quello che era il tradizionale intervento statale del welfare.
Figuriamoci se si possa pensare a un allargamento del welfare pubblico!
PS – Per ogni possibile alternativa rimane ovviamente il tema comune di come e dove trovare le risorse, ma questo è tutto un altro problema.