Politica

Contro il tolitarismo

Quelli che lottano contro i regimi totalitari possono difficilmente lottare con interrogativi e dubbi. Hanno anch'essi bisogno delle loro certezze e verità semplici che siano comprensibili al maggior numero delle persone e provochino una lacrimazione collettiva."

Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere

Pensiero unico

Intuiva che istituzioni quali le scuole, le chiese, i governi e le organizzazioni politiche di ogni sorta tendevano a orientare il pensiero verso fini diversi dalla verità, a utilizzarlo per la perpetuazione delle proprie funzioni, e per il controllo degli individui al servizio di tali funzioni.

Robert M. Pirsig, Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta

Arbitrio del potere

... virtù dei sovrani è il loro arbitrio, il Potere è un mostro inappagabile, e occorreva servirlo come uno schiavo devoto, per potere approfittare di ogni briciola che cadesse da quella mensa, e trarne occasione di lenta e anfrattuosa ascesa, prima come sgherro, sicario o confidente, poi fingendosi gentiluomo.

Umberto Eco, L'isola del giorno prima

Come scegliere chi governa?

II maggior problema, ossia uno dei maggiori problemi (ce ne sono tanti) che l'idea di governo fa sorgere è questo: chi è giusto che governi? O meglio, chi è così bravo da indurre la gente a farsi governare da lui?

A ben analizzare, si vedrà che: a) chi più di ogni altra cosa desidera governare la gente è, proprio per questo motivo, il meno adatto a governarla; b) di conseguenza, a chiunque riesca di farsi eleggere Presidente dovrebbe essere proibito di svolgere le funzioni proprie della sua carica, per cui: c) la gente e il suo bisogno di essere governata sono una gran rogna.

Così, i vari Presidenti galattici che si sono succeduti al potere hanno assaporato con tanto gusto le gioie della poltrona, da non accorgersi che non erano veramente loro a comandare. Qualcuno nell'ombra governava al posto loro.

Ma chi può mai governare, se a chi desidera farlo non è permesso di farlo?

Douglas Adams, Ristorante al termine dell'universo

Idee

Se due persone dicono di litigare per le proprie idee, sembrerà che abbiano davvero delle idee

Stefano Benni, Baol. Una tranquilla notte di regime

I diritti umani (1)

I diritti umani non esistono. Si costruiscono. I loro generatori sono le persone, modellate e organizzate dalla cultura. La cultura è un costrutto nello spazio-tempo e viene negoziata in ogni istante dagli attori. Tutte le culture sono mediate e organizzate da differenti gruppi e persone, di conseguenza tutte le culture sono incomparabili. Non esiste una Cultura Universale, quindi non esistono diritti buoni per tutti, né una «legge naturale» (un ossimoro del papa) dell'umanità. Possiamo pure crederci per fede e modellare il nostro comportamento come se la proposizione fosse vera, ma non c'è prova biologica o sociale della sua esistenza. Di conseguenza non ci sono diritti umani universali, ma solo una Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che, tra l'altro, risale al dicembre del l948. I diritti si forgiano sulle persone, e i gruppi di persone non sono sempre riconoscibili, ma si definiscono per mezzo delle norme e dei pregiudizi all'interno dei loro insiemi culturali (comportamento, ideologia, politica, economia, religione, territorio, filosofia eccetera). I diritti umani sono una forma di politica, derivano dall'idea che ogni individuo della specie umana, di per sé, meriti eguale considerazione morale. Beh, se ciò fosse vero non avremmo bisogno dei diritti umani. La maggior parte delle istituzioni e delle persone correla i diritti umani all'«innata e naturale dignità» dell'essere umano, al suo «valore intrinseco», al fatto che «la sua vita è sacra». In tal modo i diritti umani diventano una religione. Queste forme di pensiero, però, non sono chiare: confondono ciò che vorremmo gli esseri umani fossero con ciò che conosciamo empiricamente di essi.

Alberto Salsa, Niente. Come si vive quando manca tutto. Antropologia della povertà estrema.

I diritti umani (2)

Mentre il rapporto tra mutamento sociale e nascita dei diritti di libertà era meno evidente e aveva potuto dar vita all'ipotesi che la richiesta delle libertà civili fosse fondata sull'esistenza di diritti naturali, appartenenti all'uomo in quanto tale, indipendentemente da ogni considerazione storica, il rapporto fra la nascita e la crescita dei diritti sociali, da un lato, e la trasformazione della società, dall'altro, è evidentissimo. Prova ne sia che le richieste dei diritti sociali sono diventate tanto più numerose quanto più rapida e profonda è stata la trasformazione della società. Si consideri, inoltre, che le richieste che si concretano nella domanda di un intervento pubblico e di un apprestamento di servizi sociali da parte dello stato, possono essere soddisfatte soltanto ad un certo grado di sviluppo economico e tecnologico, e che rispetto alla stessa teoria sono proprio certe trasformazioni sociali e certe innovazioni tecniche che fanno sorgere nuove richieste imprevedibili e impraticabili prima che queste trasformazioni e innovazioni fossero avvenute. E si avrà un'ulteriore conferma della socialità, ovvero della non naturalità, di questi diritti.

Norberto Bobbio, L'età dei diritti

La normalità uccide

"Ma poi, quando sei bell'e arrivato al punto in cui la tua reazione ai tempi che corrono si configura come un atto di totale e acritica accettazione, al punto in cui il tuo corpo si è in qualche modo assuefatto, si è sintonizzato con tutta questa demenza collettiva, e ti sei bell'e reso conto che ogni cosa, dopotutto, ha un senso e una ragione d'essere, ecco che ... ecco che scappa fuori una pazza fottuta di una negra senza tetto, che effettivamente vuole, vuole assolutamente stare per la strada, per queste strade ... proprio queste e abbiamo un sindaco che non vuole darle retta, un sindaco che non le permette di fare a modo suo, diocristo, che non consente a quella negra di morire assiderata, di porre fine alle sue tribolazioni. Ed ecco...ecco che ti ritrovi al punto di partenza: confuso e fregato…"

Bret Eston Ellis, American Psyco, Bompiani 1991, pag. 12

Idea politica o fede

Non ci si consacra mai in una causa in cui si ha piena fiducia. Nessuno si mette a gridare fanaticamente che domani sorgerà il sole. Quando qualcuno si dà anima e corpo a una fede politica o religiosa o sostiene fanaticamente qualche altro tipo di dogma o di meta, è sempre perché essi sono un po’ vacillanti.

Robert M. Pirsig, Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta

Lettera a Giovanni Leone

Nel ’44-’45 e nel ’68, sia pure parzialmente, il popolo italiano ha saputo cosa vuol dire – magari solo a livello pragmatico – cosa siano autogestione e decentramento, e ha vissuto, con violenza, una pretesa, sia pure indefinita, di democrazia reale. La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratiche-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.

Pierpaolo Pasolini, "Lettera al Presidente del Consiglio",Tempo, anno XXX, numero 39, del 21 settembre 1968

Libertà e giustizia

“La legge, nella sua solenne equità, proibisce al ricco come al povero di dormire sotto i ponti, di elemosinare nelle strade e di rubare pane.”

Anatole France, Il giglio rosso