Questo problema della dipendenza dal gas russo e il desiderio di svincolarsi è un po’ ridicolo. Sono decenni che si parla di globalizzazione e improvvisamente sembra che nessuno l’abbia capita: politici, economisti, giornalisti, tuttologi, ecc. La globalizzazione non è altro che una interdipendenza che spesso per alcuni paesi contiene forti elementi di dipendenza.
Basta dare un’occhiata alla bilancia commerciale italiana: le nostre esportazioni sono circa il 30% del PIL e le importazioni poco meno. Abbiamo relazioni commerciali praticamente con tutti i paesi del mondo, per non parlare dei flussi finanziari il cui intreccio di interscambio è addirittura quasi impossibile da tracciare e calcolare esattamente, ma è enorme e la sua quota con paesi “canaglia” è molto rilevante.
Pensare di diventare indipendenti, anche nel lungo termine, da altri paesi è follia: la nostra struttura produttiva, il nostro modo di vita, la nostra struttura sociale sono strettamente correlati a questa interdipendenza.
Il problema che sorge con la guerra tra Ucraina e la Russia nella realtà è il seguente: siamo in grado di scegliere da quali paesi essere dipendenti e, se sì, è possibile individuare i criteri di scelta?
La mia risposta a questi due quesiti è identica: impossibile in entrambe i casi o, meglio, se fosse possibile scegliere (ma in gran parte non lo è), comunque non sarebbe possibile individuare i “giusti” criteri di scelta.
Nel caso della Russia la vorremmo punire sostituendo l’importazione del gas con gas da altri paesi o tramite altri tipi di energia. Nessuno parla delle esportazioni per la Russia, vogliamo bloccarle? Chi ci garantisce che fra qualche mese il paese che potrebbe fornirci il gas non diventi “cattivo” come la Russia? Le fonti di energie alternative, anche le rinnovabili, sono anch’esse piene di interscambio, magari con paesi più “cattivi” della Russia oppure dalla stessa Russia.
In conclusione, è inutile e ridicolo andare a cercare i motivi e le responsabilità della dipendenza da un determinato paese (la Russia in questo caso) e fantasticare di impossibili distacchi e indipendenza. Le scelte della interdipendenza (globalizzazione) sono ormai, in tempi politicamente e storicamente rilevanti, rigide e sostanzialmente irreversibili. Teniamocela stretta e smettiamo di prendere in giro noi stessi con frasi di ridicola propaganda come la indipendenza.
Insomma, meno male che ancora arriva il gas russo (come del resto anche alla stessa Ucraina), la possibilità di accendere i condizionatori dipenderà dalla nostra capacità di accendere il cervello e smettere di dar retta alla propaganda!